How far now?

39 scatti fotografici, su pellicola, era quanto avevano a disposizione Farhan Shabbir, Obaidul Haqk, Ali Zahid e Rekan Zrar Sedeeq i giovani richiedenti asilo protagonisti del progetto di fotografia partecipativa coordinato da Niccolò Hébel e Ilaria Crosta.

Un primo incontro a dicembre al Cavò di via San Rocco, un confronto su interessi, curiosità, passioni e aspirazioni, un giro per Trieste e poi l’indicazione di fotografare: per raccontare, raccontarsi, guardare, far guardare o far vedere.

 

Ora How far now?  è una mostra allestita al Cavò di via San Rocco e la fanzine-catalogo edita in collaborazione con Zine Tonic.

Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di Matteo Danieli, dell’ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà e di Laura Flores dell’associazione Andandes di Trieste.
Un ringraziamento anche ad Agnese Divo per la documentazione fotografica.

Ilaria Crosta 

Nata a Torino, è cresciuta in Francia e ha completato i suoi studi presso l’Accademia di Venezia in Nuove Tecnologie per le Arti. Si avvicina alla fotografia nel 2008, lavorando all’archivio Bianco Nero di Vittorio Pavan. Inizia la collaborazione con Giorgia Fiorio nel 2009, diventata la sua assistente, oltre a seguire il suo lavoro d’artista, si occupa della grafica editoriale e del coordinamento di Reflexions Masterclass. Prende parte al progetto The Arab Revolt di Giorgio Di Noto e coordina l’evento con il Photo club e l’Istituto Italiano di cultura a Tunisi. Co-fondatrice nel 2012 della rivista di fotografia, «YET Magazine», che ha sede a Lugano in Svizzera, ci lavora come photo editor per due anni. Interessata anche al disegno grafico nel 2013 cura la mostra Ottanta a Lodi, nello spazio Renzo Piano. Vive e lavora a Milano e dal 2013 fa parte dell’associazione Fetart che organizza il Festival Circulation(s). Nel 2014 cura eventi come la mostra di Ying Ang e Gianni Cipriano al Petit Oiseau va sortir. Collabora con diversi fotografi tra i quali Stefano De Luigi, Guido Belli, Salvatore Arnone, Giorgio Di Noto, Chiara Goia. Il suo lavoro personale Sans titre i/n, è presentato alla Galerie Sit Down a Parigi e fa parte della proiezione One hour inside French contemporary photography curato da Laura Serani in occasione della Triennale d’Amburgo 2015 ed è stato pubblicato da «Lens Culture», «Fisheye», «Hans Lucas» e «Arte Culture». Partecipa a vari progetti del Mois de la Photo 2015 e alle letture portfolio ai Rencontres d’Arles. Nel 201 in residenza a Reggio Emilia, lancia con Niccolò Hébel How far now progetto di fotografia partecipativa con un gruppo di giovani rifugiati che sarà in seguito esposto in varie sedi. Nel 2016 frequenta la Fondazione studio Marangoni di Firenze, co-fonda in seguito, con Niccolò Hébel, Zine tonic associazione culturale e casa editrice indipendente. Attualmente, alla domanda della Fondation Catherine Gide, lavora a un progetto di Esposizione Vers André Gide in occasione del 150° dalla nascita di André Gide.

Niccolò Hébel

Nato a Parigi, è cresciuto circondato dalla fotografia, che non è però la sua prima passione.
Suona come bassista in una band e pratica graffiti per anni, ha preso parte all’apertura della Galleria 159, una delle prime gallerie di street art a Parigi. Dopo una formazione di design industriale e arte visiva preceduta da una scuola di ceramista, collabora con l’artista scultore Fabrice Langlade. Affascinato dalla scenografia, collabora con le squadre di montaggio delle Rencontres d’Arles, e poi su vari progetti come Nuits Blanches, fiera del libro ecc … Coordinatore per Fetart durante l’edizione 2013/2014 del Festival Circulation(s) . Nel 2014 comincia a fotografare e partecipa al workshop di Kladvij Sluban, dove presenta il suo primo progetto Sans Titre i/n. Cura eventi come la mostra di Ying Ang e Gianni Cipriano al Petit Oiseau va sortir e il concorso PX3 esposto all’Espace Beau repaire.
Selezionato con il lavoro Sans titre i/n che viene esposto alla Galerie Sit Down a Parigi e proiettato in One hour inside French contemporary photography presentato da Laura Serani in occasione della Triennale d’Amburgo e il lavoro fu pubblicato da «Lens Culture», «Fisheye» e «Arte Culture». Nel 2015 partecipa a vari progetti del Mois de la Photo ed è lettore portfolio alle Rencontres di Arles. Nel 2016 frequenta la Fondazione studio Marangoni di Firenze, co-fonda in seguito, con Ilaria Crosta, Zine tonic casa editrice indipendente.

Un progetto di fotografia partecipativa

Dal 19 gennaio al 22 febbraio 2019 il Cavò ospita How far now?
La mostra documenta il progetto di fotografia partecipativa ideato da Ilaria Crosta Niccolò Hébel per Cizerouno. Farhan Shabbir, Obaidul Haqk, Ali Zahid e Rekan Zrar Sedeeq hanno realizzato a dicembre 2018 le immagini esposte in mostra. Ciascuno dei quattro ragazzi richiedenti asilo aveva a disposizione una macchina fotografica usa e getta con 39 scatti per raccontare la “propria” città.

Realizzato con la collaborazione dell’ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà e l’associazione Andandes di Trieste.

 

 

 

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Quando

19 gennaio – 22 febbraio 2019
> dal 19 al 25 gennaio ogni giorno dalle 17-19
> dal 30 gennaio al 22 febbraio, mercoledì, giovedì, venerdì 17-19

 

 

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Dove

Cavò
via San Rocco 1, Trieste

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