Limen: il filo spinato nel lavoro di tre artisti contemporanei

Nel 1874 Joseph Glidden depositò il brevetto per “due fili di ferro e di una serie di spine”: è la nascita del filo spinato, uno dei simboli più forti della costrizione, del controllo, del limite imposto. Tre artisti attraverso la fotografia, la pittura e la scultura hanno affrontato i mondi, i corpi, le idee e i desideri che il filo ha segnato e continua a ferire.

Limen, nata da un’idea di Massimiliano Schiozzi ed Elena Cantori, presenta le fotografie di Silvia Sanna al Cavò, accompagnate da un testo di Monica Mazzolini, mentre da EContemporary, vengono esposte le sculture di Deborah Napolitano e le opere pittoriche di Vincenzo Ruocco, con un testo sui due artisti di Giada Caliendo.

Promossa dall’associazione culturale Cizerouno, Cavò e dalla galleria EContemporary di Trieste la mostra si apre con una doppia inaugurazione sabato 25 gennaio 2020: la prima si svolgerà alle ore 18.00 al Cavò (via San Rocco, 1) e sarà dedicata ai lavori della giovane fotografa Silvia Sanna mentre alle 19.30 da EContemporary (via Crispi, 28) si darà avvio alla mostra dedicata alla scultrice Deborah Napolitano e al pittore Vincenzo Ruocco.

 

Limen nasce dalla riflessione di quanto ancora oggi i confini in ambito geografico, politico, sociale e religioso siano radicati nonostante si faccia di tutto per eliminarli e l’oggetto che meglio rappresenta questo limite imposto è il filo spinato che diventa il filo conduttore del progetto che coinvolgendo tre artisti e due gallerie, non a caso viene inaugurato simbolicamente a ridosso della Giornata Internazionale della Memoria.

Le fotografie concettuali dell’artista sarda Silvia Sanna propongono un dialogo tra il corpo della stessa artista e il filo spinato. Il corpo che diventa una linea di confine appunto un limen. Il filo, con le sue evidenti spine, non solo percorre il corpo lungo la silhouette ma anche penetra e lega parti di esso.

Deborah Napolitano, architetto e scultrice salernitana, declina il tema usando la calda terracotta e il freddo ferro per una ricerca che unisce l’arte concettuale ad un estetismo rigorosamente minimalista e altamente contemporaneo, lasciando al fruitore la possibilità di riflettere trovando nelle opere non solo dolore, ma anche uno spiraglio di libertà.

 

Vincenzo Ruocco noto pittore anch’esso salernitano riesce a trattare la gravità di questo tema con leggerezza utilizzando tratti evanescenti e cromie calde. I volti rappresentati si confondono, diventando quasi eterei, impalpabili in contrasto con il ferro acuminato che fa da violento spartiacque tra il desiderio e la possibilità.

LIMEN

a cura di
Elena Cantori
Massimiliano Schiozzi

opere di
Deborah Napolitano
Vincenzo Ruocco
Silvia Sanna

testi di
Giada Caliendo
Monica Mazzolini

un progetto promosso da
Cizerouno associazione culturale
EContemporary
Cavò

l’evento è un’anteprima di
Varcare la frontiera #8_femmine

 

 

 

 

click the edit button to change this text.

 

 

Quando

Cavò
via San Rocco 1
Trieste
25 gennaio – 28 febbraio 2020
mercoledì, giovedì, venerdì
17.00 -19.30
o su appuntamento
040 349 00 65
www.cizerouno.it

EContemporary
via Crispi 28
Trieste
25 gennaio – 28 marzo 2020
giovedì, venerdì, sabato
17.00 – 20.00
o su appuntamento
328 734 9711
www.elenacantori.com

 

 

 

 

 

click the edit button to change this text.

 

 

Dove

Cavò
via San Rocco 1, Trieste

Vai alla mappa >

 

 

click the edit button to change this text.

 

 

Informazioni

Cizerouno
cizerouno@gmail.com

0000