A 100 anni dalla morte di Ivan Cankar (1876-1918), ritorna, in una nuova traduzione curata da Darja Betocchi, la storia del servo Jernej e del suo peregrinare cercando giustizia e il suo diritto.
La copertina e i disegni all’interno del libro sono di Ugo Pierri.
Questa edizione del più bel racconto di Cankar – che esce in 100 copie numerate – contiene, oltre al testo sloveno originale a fronte, anche una recensione di Eugenio Montale del 1925.
La presentazione di mercoledì 27 febbraio alle ore 18.30 al Teatro Miela, è uno degli eventi del Mese della cultura slovena organizzato dallo Slovenski klub e di Varcare la frontiera #6 Nemo propheta in patria, il festival promosso da Cizerouno.
Dalla nota introduttiva di Darja Betocchi:
«Jernej esiste ancora, e ancora cerca giustizia: è il minatore bambino del Congo, l’operaia tessile del Bangladesh, il migrante stipato su una barca insieme ad altri cento; ma anche il disoccupato che proprio sotto casa nostra fruga nel cassonetto. Ovunque oggi giriamo lo sguardo, vediamo Jernej.
Per questo, ho voluto tradurre la narrazione delle sue peregrinazioni volgendola integralmente al presente storico: per enfatizzarne la duplice dimensione di vicenda attuale ieri, e ancora drammaticamente attuale oggi.
Ecco: forse lo scopo principale di questa nuova edizione e versione del Servo Jernej è quello di recuperare l’originario carattere militante del testo. Perché susciti in noi indignazione e perché la nostra indignazione si traduca in scelte»
Il servo Jernej e il suo diritto
Una nuova smagliante traduzione di Darja Betocchi del racconto di Ivan Cankar con la volontà di “ritornare” alle profonde intenzioni narrative e ideali dello scrittore sloveno.
Quando
mercoledì 27 febbraio 2019
ore 18.30